Alarico Silvestri

Alarico Silvestri nacque ad Amelia il 7 ottobre 1874 da Pacifico (originario di Bevagna) e da Lodovica Colonna.

Perfettamente inserito nella società della sua città, consegue, nel 1891, la licenza della scuola tecnica e nel 1894 si iscrive, a Roma, alla Facoltà di matematica e, parallelamente, assieme alle lezioni private, si avvicina all’impegno politico, sostenuto in questo dalla sua passione per gli studi di sociologia.

Nel 1897, alla notizia dell’insurrezione del popolo di Creta contro il dominio secolare dell’impero ottomano, il Silvestri entra a far parte del Comitato Centrale PRO CANDIA presieduto dal generale Menotti Garibaldi, e parte da Brindisi alla volta della Grecia.

Allo scoppio delle ostilità, il 1° battaglione garibaldino, comandato dal Mereu, su richiesta del comando militare greco, il 25 aprile si spostò verso l’Epiro. Accanto ad Alarico, altri due umbri: il perugino Peppino Evangelisti, trombettiere, e il ternano Ulisse Listani, sottotenente della 3a compagnia.

Successivmente i volontari italiani ricevettero l’ordine di Ricciotti Garibaldi, giunto nel frattempo ad Atene, di ritornare indietro per raggiungere in Tessaglia gli altri garibaldini che si stavano concentrando su Domokòs.

Alarico Silvestri e il suo gruppo giunsero in quel paese la notte del 15 maggio: la colonna Mereu, dopo una marcia faticosissima da Lamia a Domokòs a causa della pioggia battente, si era ridotta a meno di 200 uomini, alcuni dei quali mancavano perfino di scarpe.

I volontari, saliti su un colle, si trincerarono sotto la batteria greca: lo scontro, intensissimo, cominciò a fare le prime vittime.

“Il terzo colpito è Silvestri di Roma, studente di matematica, segretario al comando. Una palla lo ferisce gravemente al collo. Emette un sospiro, rovescia la testa all’indietro e, svenuto, rimane adagiato nella trincea; quando gli sbottonano la camicia, dal piccolo foro esce un sottile zampillo di sangue. E’ creduto morto”.

Finite le munizioni, il 1° battaglione iniziò la ritirata nelle prime ore del pomeriggio di quel 17 maggio: nella discesa verso Domokòs, quasi tutti gli ufficiali furono colpiti, perché rimasti al loro posto per evacuare i feriti.

Tra essi, Alarico Silvestri: caricato su mezzi di fortuna, morì all’ospedale di Lamia. Di lì i superstiti del battaglione Mereu lo portarono fino al luogo dell’imbarco, ad Aghia Marina.

“A mezzogiorno il cadavere venne accompagnato al cimitero di Santa Marina. I garibaldini armati rendevano gli onori funebri, seguivano le Dame della Croce Rossa ed un distaccamento di marinai greci.”

Questa la testimonianza di uno dei superstiti.