La Vassilopita

Forse l’imperatore Giuliano l’Apostata non si rese conto, quando, in una eccessiva dimostrazione di avidità e di crudeltà ordinò al vescovo di Cesarea Basilio di consegnargli tutto l’oro e le pietre preziose della città, che stava contribuendo alla creazione di un nuovo mito, che sarebbe passato nel mondo greco. Così le offerte votive di cibo dell’antichità furono trasformate nella tradizione cristiana del pane per la festa del Nuovo Anno: la pita di san Basilio.

La tradizione di tagliare la vassilopita o qualche specie di pane in cui si sarebbe trovata la buona fortuna del nuovo anno si dice che fosse passata in Europa durante l’età romana attraverso la Macedonia occidentale.

Oggi la pita di san Basilio è stata adattata alle richieste gastronomiche cittadine, trasformandosi in un dolce di lusso: tuttavia anche oggi in qualche villaggio della Tessaglia o dell’Epiro i metodi per prepararla e l’inserimento della moneta come promessa di fortuna non sono del tutto differenti da quelli originali.

Generalmente, almeno in passato, i greci attribuivano alla vassilopita straordinarie qualità, credendo che giocasse un ruolo decisivo nel destino della casa e della famiglia.

A Chanià la pita è molto bassa ed è impastata con olio di oliva, farina, zucchero e numerose erbe aromatiche. Le donne cretesi usano una forchetta per incidere una croce e diversi altri segni decorativi che servono ad allontanare la cattiva sorte.

La tradizione epirota ha adottato una variante del tutto diversa della vassilopita: una pita appetitosa, ripiena di pollo o agnello o maiale a pezzetti, trachanas, uova e porri.

Oltre a queste ricette ci sono naturalmente gli usi legati alla tradizione: prima di mettere l’ultimo strato di pasta sulla pita si inserisce una monetina nel ripieno per vedere chi nel nuovo anno avrebbe comandato. Ci si mette anche un bastoncino di legno per i mulattieri, il rametto di un cespuglio per il pastore, uno stelo di grano per il contadino e una croce fatta di erbe selvatiche per portare buona fortuna alla casa, qualche volta un chicco di orzo, una fava, perfino un filo di paglia.

Nella tradizione del Nuovo Anno nella Tracia orientale si legge:”La pita di san Basilio era fatta di strati di pasta. Usavano grano spezzato per il ripieno e tra gli strati di pasta mettevano la moneta e altri simboli…”La persona che avesse trovato nel suo pezzo di torta la moneta, avrebbe “comandato” durante l’anno ed era naturalmente considerata il membro fortunato della famiglia.

La pita di san Basilio nella regione dell’Asia Minore è abbastanza differente, spettacolare a vedersi e certo indimenticabile nel gusto: è simile a un biscotto gigante e sopra di esso porta impressa l’aquila a due teste di Bisanzio.